LA MARCIA IN PIÙ DEGLI SMART WOKER "a.C" (ante coronavirus)Riflessioni su tema. Smart Working, Home Working, CoWorking, sono alcuni termini che, a causa di forze maggiori, sono entrati a far parte inevitabilmente del nostro vocabolario. Eppure non sono un argomento così nuovo: da anni una piccola fetta di professionisti pratica con soddisfazione questa modalità lavorativa. Il punto è che ne erano pochi (scarso 10%) quindi non destavano interesse notizie sull’argomento e quant’altro riguardasse questa categoria di lavoratori. Discussioni su pro e contro esistevano già, la richiesta di una legislazione, polemiche sulla qualità della vita degli smart worker, tutti argomenti esistenti ma silenti. Soprattutto i disagi erano noti: il problema principale è sempre stato l’adeguamento delle aziende a fornire postazioni lavorative che potessero permettere il lavoro da remoto. Che ci fosse bisogno di un’accelerata tecnologica all’Italia, quel 10%, ne era già consapevole. Ma a spingere sull’acceleratore ci ha purtroppo pensato l’emergenza coronavirus che ci tiene in scacco da ormai più di due settimane. Cosa è cambiato? Tutto e in fretta. Sono cambiate radicalmente le nostre abitudini, la nostra vita affettiva e finalmente per alcuni, anche il lavoro. Sì, finalmente! Perché alcuni lavori-attività potevano essere già consolidate in tempi non sospetti. Vedere quanto analfabetismo informatico e assenza di adeguatezze tecnologiche ci sono è davvero sconfortante. Quindi chapeau a quella piccola percentuale di persone che già lavorava da casa, che “combatteva” questa ignoranza e che oggi ha una marcia in più rispetto agli altri lavoratori spauriti.
Certo disagi ce ne sono: basti pensare all’eventuale riassestamento degli spazi in famiglia oppure le scarse qualità di connessione che abbiamo.
Problemi e limitazioni per carità non mancano e non rendono felici i lavoratori, ma il problema non è la modalità di lavoro. Lo smart working è un disagio per chi ha timore, paura, non conoscenza della miriade di soluzioni informatiche. Il problema è culturale.
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Giugno 2020
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